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IL MIO LUOGO DEL CUORE IN 6 MOSSE - MINI ME EXPLORER E LA KALMYKIA (RUSSIA)

Continua la nostra rubrica dove i blogger ci raccontano il luogo nel mondo che li ha colpiti di più, presentandolo in "6 mosse", cioè le 6 caratteristiche salienti che lo rendono speciale.

 

Oggi ospitiamo Augusta, del blog "Mini Me Explorer".

www.minimeexplorer.ch è un blog di viaggi formato famiglia della Svizzera italiana diverso da tutti gli altri, se non altro per chi ci sta dietro: non una mamma, ma addirittura quattro (e nove bambini).

Chi siamo? C’è Jenny, che è la mente e fondatrice del blog; ha due gemelli ed adora le grandi città, i localini alla moda, i viaggi in barca a vela fra isole remote ed i road-trip oltre oceano.

C’è Alexandra con i suoi 5 figli: ex hostess di volo e grande camminatrice, sta mappando molto bene il territorio della Svizzera italiana a piedi.

C’è Augusta che con il suo bambino spesso parte per luoghi decisamente insoliti e a volte anche non riconosciuti (la Transnistria, ad esempio).

E infine c’è Nazarena, che ha una bambina: è in grado di passare con nonchalance invidiabile dal tacco 12 alle vie ferrate in montagna per poi perdersi fra i templi più remoti della Birmania e andare a caccia di fantasmi nei castelli. Lei è un po’ il condensato delle altre tre.

Chi vi scrive è Augusta, e dopo mille tentennamenti sul luogo del cuore ho scelto la Repubblica della Kalmykia in Russia, che è il luogo del cuore di famiglia… praticamente l’unico “stato” in territorio europeo a maggioranza buddhista. Se preferite – e mi riferisco sia a paesaggi, che personaggi e monumenti – la Mongolia d’Europa. Gli altri candidati ai luoghi del cuore erano Dublino, dove ho studiato (poco) e fatto festa (tanto) fra un corso universitario e l’altro, l’Iran che ho visitato in coppia con mio marito nel 2008 in un viaggio autogestito durante il Noruz, oppure Sanaa (Yemen) prima della guerra… la città più splendida che abbia mai visto (e ora probabilmente persa per sempre).

Ecco quindi i 6 motivi per cui la Kalmykia è il nostro luogo del cuore.

1. Il letto del Dalai Lama

Mi piace fare liste di luoghi che vorrei visitare ed esperienze di viaggio da fare… che poi dimentico in giro e non rispetto.

Ne ho fatte tante dove ho scritto anche le cose più impensabili, ma controllando mai ho scritto che avrei voluto dormire nel letto del Dalai Lama. Invece nella capitale della Kalmykia, Elista, l’ho fatto. Non consciamente, sia chiaro… Alla ricerca di un posto dove pernottare, l’hotel più lussuoso delle città è risultato essere un tre stelle, con diverse camere normali ed una suite, con un letto matrimoniale ed uno per il bambino. L’ho prenotata ma il letto extra non c’era; in compenso ci siamo trovati un appartamento enorme, con tutti i confort (jacuzzi rotonda modello famiglia compresa). Bene, nella camera più lussuosa e costosa di Elista (sempre meno di 100 euro) ha dormito il Dalai Lama, e sullo stesso letto ci ho dormito anche io! Un’esperienza unica.

2. La steppa infinita, le yurte ed i cammelli

La Kalmykia non ho comode via d’accesso, da Mosca dovrebbero esserci due voli settimanali (ma non li ho trovati, secondo me sono una leggenda urbana!) e nessuna stazione ferroviaria. Noi siamo arrivati ad Astrakhan in aereo via Mosca, e poi abbiamo continuato via terra, lungo una strada splendida diritta… 4 ore di steppa e laghi salati. Insomma, il nulla all’infinito. Al di fuori dalla capitale Elista, e l’altra cittadina (Lagan) niente altro che chilometri e chilometri di vuoto...

E sempre lì, a 30 minuti d’auto, improvvisamente ci sono delle yurte, testimonianza di tempi passati, ora trasformati in ristoranti per turisti – proprio quei turisti che però non ci sono. Alla padrona abbiamo chiesto verblyud (cammello) indicando nostro figlio. “Da” ci ha risposto, quindi si, il giro in cammello di può fare… anzi, di cammelli ce ne ha portati due, una “mamma” ed un “bambino”; mio figlio è partito fra le gobbe della mamma ed io sono rimasta a coccolare il suo “bambino”. Mi è sembrato uno scambio equo. Quando a pranzo la signora ci ha offerto verblyud (in realtà fegato di verblyud) abbiamo sperato di non averne mangiato il papà.

3. I templi buddisti e le pagode

Una repubblica buddista è piena di testimonianze della loro religione, ed Elista non ne è da meno. Il tempio buddista più importante della città, il Kurul, è coloratissimo e di una bellezza estrema. L’abbiamo visitato un po’ di fretta all’esterno (sotto un sole a 37 gradi) e con calma e a piedi nudi all’interno. Abbiamo seguito i fedeli ed imitato i loro rituali, e quando non ci siamo riusciti ci hanno spiegato loro, a gesti, cosa fare. Quando mio figlio ha trovato un oggetto freddo sotto i piedi (un ciondolino con la mano del Buddha) gli hanno fatto capire che doveva tenerselo, perché il Buddha ha deciso così. Più volte nei giorni successivi, passeggiando lungo il parco centrale della città, abbiamo ammirato la rossa Pagoda dei 7 giorni, fotografato qualche tempietto buddista minore e sostato sotto il Golden Gate, una porta variopinta che permette che ogni desiderio espresso sotto di lei, si avveri. Noi attendiamo fiduciosi.

4. I discendenti di Gengis Khan

Se la Kalmykia è il nostro luogo del cuore, il motivo principale sono i suoi abitanti. La popolazione è in maggioranza d’origine mongola, e lo si vede chiaramente dai visi dai tratti orientali, dal fatto che sorridono molto e sembrano non soffrire della tipica malinconia russa agrodolce. Sono discendenti della tribù nomade Oirat, che arrivò all’inizio del 1600, e quindi sono discendenti diretti di Gengis Khan. I Calmucchi ne vanno fieri ed infatti il nome maschile più comune è proprio Gengis (pronunciato Cincis, però). Noi abbiamo fatto amicizia con una deliziosa famiglia che gestisce un ristorante dall’improbabile nome Abruzzo, dove abbiamo scoperto che non sapessero che fosse una regione italiana. Niente compatrioti di mio marito, quindi, ma ne siamo usciti con la pancia piena di serve specialità calmucche e due giovani amici che per 4 giorni ci hanno mostrato alcuni angoli davvero remoti della regione.

5. La fonte miracolosa del Buddha

Per noi, è stato il luogo della guarigione. La fonte miracolosa del Buddha si trova in mezzo alla steppa, ad una ventina di chilometri da Elista. Ci hanno portato i nostri nuovi amici, altrimenti non l’avremmo mai potuta trovare… non ci sono cartelli che indicano il luogo. Lì si trova il Lone Poplar, il pioppo sacro, circondato da 8 bianchi stupa, e nelle vicinanze c’è una piccola sorgente… giusto un rigagnolo d’acqua in un luogo dove la leggenda vuole che ci sia stato un combattimento feroce fra un serpente gigante ed un’aquila. L’acqua che sgorga, se applicata sul corpo, pare possa guarire da molti mali, mentre se bevuta, visto il colore marron-rossastro, potrebbe essere semi-letale (ovviamente è la mia opinione). Bene, dopo svariati mesi di visite mediche, corse al pronto soccorso, dopo aver provato tutti i rimedi naturali possibili locali, e dopo aver consultato santoni e ciarlati, l’acqua del Buddha ha fatto il miracolo (o l’autosuggestione). I dolori alla pancia di mio figlio sono spariti!

6. La pazzia dell’ex presidente

L’elogio alla follia è un libro scritto nel 1511 da Erasmo di Rotterdam, ma se un’altra persona dovesse scriverlo ora sarebbe l’ex-presidente della Repubblica della Kalmykia. Kirsan Ilyumzhinov è noto per due motivi in Russia: per aver dichiarato in maniera solenne di essere in stato rapito dagli alieni (che gli avrebbero insegnato a comandare le menti dei suoi connazionali) e per essere un gran campione di scacchi, nonché presidente della Federazione scacchistica internazionale. La Città degli Scacchi di Elista è la sua creatura, una cittadina parallela con al centro un enorme palazzo costruito con 50 milioni di fondi pubblici, tolti alla sanità, per ospitare nel 2006 la finale mondiale di scacchi e trasformare Elista nel più grande centro scacchistico internazionale ed attirare appassionati da tutto il mondo.

Cosa rimane di questa follia: una Città degli Scacchi semi-abbandonata ed una riforma scolastica che ha inserito nei programmi della scuola elementare il gioco degli scacchi. Perché fa parte dei motivi per cui La Kalmykia è il nostro posto del cuore? Perché solo lì si vendono i tipici rompicapi Calmucchi: sono 3 anni che proviamo a districarlo… Assolutamente geniale!

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