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DUE GIORNI A MATERA, NEL CUORE DEI SASSI

Matera: una città che porta con sé una storia, una tradizione e un aspetto davvero unici, un luogo che vale la pena di essere visto almeno una volta.

Ed è così che grazie all’Associazione Italiana Travel Blogger ci si presenta l'opportunità di partecipare ad uno degli eventi organizzati all'interno dell'Unesco Festival Experience, progetto nato per mettere in luce i Siti Unesco del Sud Italia, di cui Matera è l'ultima tappa.

Ci prepariamo quindi a scoprire le bellezze di questa perla del Sud, passata da "vergogna nazionale" dello scorso secolo, a patrimonio UNESCO nel 1993, a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Ci immergiamo per due giorni tra i Sassi Barisano e Caveoso, le due parti principali dei centro storico, divise dalla cosiddetta Civita, la zona più antica e soprelevata della città.

Parlare di Matera, e ancora di più dei suoi Sassi, non è semplice, si tratta di un luogo che si può definire difficile da visitare in autonomia. O meglio, vi perdereste qualcosa. Quello che si vede è solo una piccola parte di ciò che effettivamente è la città. Matera è un labirinto di viuzze e ancora di più un labirinto sotterraneo, dove tra la roccia si celano abitazioni e strutture di diverso tipo, non visibili al turista, dove il pavimento di un'abitazione è il tetto di quella sottostante. Qui emerge la capacità dell’uomo di adattarsi all’ambiente e al contesto naturale.

Già camminando senza meta tra i vicoli, i cortili, le scalinate e le stradine dell’antico centro storico cittadino ci si accorge della bellezza e dell'unicità di questo luogo, ma il nostro consiglio è quello di seguire almeno uno dei numerosi tour guidati organizzati in città. Vi consigliamo Visite guidate Martulli Viaggi, soprattutto con l’archeologo Francesco Rondinone, molto competente, preparato e anche coinvolgente.

Per entrare a contatto ancora di più con la realtà dei Sassi e con ciò che voleva dire vivere in questi luoghi prima degli anni '50, non si può perdere la visita di una Casa Grotta. Ce ne sono diverse, come Casa CavaCasa Grotta di Vico Solitario e Casa Grotta del Casalnuovo.

Si tratta delle abitazioni tradizionali scavate nella roccia, senza acqua corrente, riscaldamento e fognature, dove le famiglie numerose condividevano i loro spazi con gli animali domestici. Qui vivevano i materani prima del 1952, anno in cui, a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie e dell'elevata mortalità infantile, circa 17 mila persone furono costrette ad abbandonare le loro abitazioni nei Sassi per spostarsi in edifici popolari nella parte nuova della città.

Le abitazioni nei Sassi sono state costruite in modo da formare i cosiddetti Vicinati.

Si tratta un insieme di abitazioni che si affacciano sullo stesso spiazzosimbolo dell’unione delle famiglie che abitavano una determinata zona, dove ci si incontrava, si parlava, si facevano giocare i bambini, si condividevano esperienze e problemi. Nel vicinato tutti sapevano tutto, si condividevano gioie e dolori e l'aiuto reciproco era all'ordine del giorno. Ci si trovava a prelevare l'acqua dallo stesso pozzo, si cuoceva il pane nello stesso forno, si cucinava insieme.

Per questo motivo, quando gli abitanti dei Sassi furono obbligati a trasferirsi, fu un evento terribile per loro: si trovarono in appartamenti moderni e ricchi di comfort, ma senza quella rete sociale e quella convivialità a cui erano abituati.

Nelle aree sotterranee dei Sassi non si trovano solo abitazioni, ma anche i cosiddetti Palombari.

Si tratta di grandi cisterne scavate, un vero e proprio sistema idrico urbano di raccolta e stoccaggio dell’acqua a servizio della cittadinanza.

Il nome “Palombaro” deriva dal latino plumbarius, cioè luogo per la raccolta delle acque; il più grande e famoso è il Palombaro Lungo, sotto alla centrale Piazza Vittorio Veneto. La cisterna venne ultimata nel 1882, collegando due livelli sovrapposti di grotte presenti sotto la piazza; è alto 15 metri ed è in grado di contenere 5.000.000 di litri d’acqua, che era prelevabile attraverso dei fori presenti nella piazza, utilizzando dei secchi.

Abbandonato dopo la costruzione dell’acquedotto Pugliese all'inizio del '900, venne riscoperto casualmente negli anni ’90. Oggi è una delle attrazioni più visitate della città di Matera e rappresenta un’opera idraulica e di ingegno di inestimabile valore, un esempio di architettura in negativo, che realizza "il vuoto" dove c'è "il pieno".

A Matera non mancano le chiese. Siamo esse strutture più moderne o le storiche Chiese Rupestri scavate nella roccia, si tratta di veri e propri gioielli d’arte ricchi di storia, opere dall’indiscusso valore artistico.

Quella che più ci ha colpiti per il suo aspetto scenografico e pienamente in armonia con il resto dei Sassi è sicuramente la Chiesa di Santa Maria di Idris, all'interno del Sasso Caveoso. 

Da non dimenticare anche l'imponente Cattedrale, in stile romanico-pugliese, situata sul punto più alto della Civita.

Ci sono poi la Chiesa di San Francesco d'Assisi e la Chiesa di San Giovanni Battista: la prima ha ospitato al suo interno le celebrazioni più significative ed importanti della città durante la lunga ristrutturazione della Cattedrale; la seconda invece è tra le più belle chiese presenti a Matera, oltre la prima costruita al di fuori delle antiche mura della città e dei Sassi.

Le particolari e un po' macabre decorazioni della Chiesa del Purgatorio Nuovo, situata nella centralissima via Ridola, le conferiscono certo un discreto interesse: sulla facciata infatti non mancano teschi e scheletri, che richiamano l'idea della morte e della redenzione dell’anima.

Visitando Matera ci si deve preparare a camminare molto, percorrendo viuzze e soprattutto scale, tante scale! Un continuo su e già in questa labirintica città, dove non è difficile perdersi tra i vicoli che sembrano tutti uguali, circondati da questo continuo color grigio-ocra della calcarenite marina (come testimoniano le diverse conchiglie che si possono scorgere all'interno dei muri delle abitazioni).

Oltre ai Sassi, da non dimenticare c'è anche il Parco della Murgia Materana, un'area verde e rocciosa che ci ricorda l'aspetto originario di questa terra, ricco di storia al pari dei Sassi, con le sue numerose Chiese Rupestri e le diverse testimonianze del passato.

Uno dei simboli di Matera più conosciuti e più amati è il cuccùun colorato fischietto in terracotta a forma di gallo, decorato a mano, che i giovani innamorati donavano alle loro amate come pegno di devozione. Questo oggetto ha anche una valenza scaramantica, in grado di tenere lontani i sortilegi e gli spiriti maligni.

Nei Sassi sono ancora diverse ancora le botteghe artigiane che producono questi piccoli oggetti della tradizione.

Da non dimenticare poi i sapori locali, i prodotti tipici del luogo che si declinano in piatti semplici, ma dal gusto deciso e saporito. Dal pane ai peperoni, dai funghi alla salsiccia... ce n'è davvero per tutti i gusti, anche senza glutine (QUI i nostri suggerimenti per mangiare senza glutine - e non - a Matera).

Se la visita di Matera è emozionante e ricca di fascino durante il giorno, sicuramente tutto questo si amplifica la sera, quando le tenebre avvolgono i Sassi e il territorio circostante e si accendono tante piccole luci dorate, che rendono questo luogo ancora più magico.

Durante i nostri due giorni a Matera, nell'ambito dell'iniziativa Unesco Festival Experience abbiamo avuto occasione di partecipare a diverse iniziative organizzate per l'occasione: un tour guidato del centro storico organizzato da Invasioni Digitali, il Seminario “I Presidi UNESCO: quali fattori di sviluppo turistico e culturale” e lo spettacolo teatrale “Storia d’acqua, di fuoco e di sangue, la nascita dell’uomo", organizzati entrambi da Unesco Italia.

Post realizzato in collaborazione con UnescoNet.

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