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UN VIAGGIO IN NAMIBIA IN FAMIGLIA - Quinta tappa: SWAKOPMUND E LA COSTA ATLANTICA

Continua la nostra discesa verso sud. Dopo diverse tappe precedenti (prima tappa a Waterbergseconda tappa all'Etosha National Park, terza tappa alle Epupa Falls, quarta tappa nel Damaraland) ci avviciniamo alla costa atlantica.

26/8 TWYFELFONTEIN - SWAKOPMUND (420 Km, 5,15 h)

Scopriamo solo oggi che in Namibia è festa nazionale, la Festa degli Eroi, quindi negozi e benzinai potrebbero essere chiusi. Neanche a farlo apposta oggi abbiamo proprio bisogno di fare benzina, anche in vista del lungo tragitto che ci aspetta. 

Per fortuna troviamo una grossa stazione di servizio a Khorixas, sempre aperta anche nei giorni di festa.

La tappa di oggi è lunga, con una strada un po' monotona e tutta uguale. Notiamo però qualche cambiamento: avvicinandoci alla costa il terreno diventa bianco per via delle saline, il cielo passa da azzurro intenso a grigio, le temperature si abbassano notevolmente.

Tappa intermedia del nostro percorso di oggi è Cape Cross, un promontorio della costa atlantica della Namibia.

Il nome deriva dalla croce di pietra eretta nel 1486 dal portoghese Cao per indicare il punto più meridionale mai raggiunto in Africa. Ora è diventato un’area naturale protetta, dove vive una delle colonie di otarie più grandi al mondo, grazie all'abbondante quantità di pesci trasportati in quella zona dalla corrente del Benguela. Nel periodo della riproduzione possono arrivare fino al 200.000 esemplari.

Dopo aver acquistato il permesso per entrare nella riserva presso l'ufficio all'ingresso, ci dirigiamo verso il promontorio.

Veniamo accolti dal rumore assordante del verso delle otarie e ci accorgiamo che sono davvero ovunque: sulla spiaggia, sulle passerelle, sui monumenti in pietra, in mare a caccia di pesce.

Spesso ne troviamo alcune con espressioni o pose buffe, impossibile non fermarsi a fotografarle; inoltre sembra che parlino e si rivolgano direttamente a noi con il loro verso rumoroso e divertente. Solo un elemento è davvero fastidioso... la puzza che pervade questa zona è davvero insopportabile e ci rimarrà sui vestiti per tutta la giornata!

Salutate le otarie, continuiamo il nostro tragitto fino a Swakopmund, dove alloggiamo all'Hotel The Delight, abbastanza in centro, molto bello e curato anche nei piccoli dettagli. Si accede alle camere attraverso un piccolo cortine. La nostra è una quadrupla con soppalco, con letto matrimoniale al piano di sotto e 2 letti singoli al piano di sopra. I due piani sono comunicanti attraverso una scala in legno e una balconata. Ci sono accessori per the, caffè e cioccolata calda, oltre ad alcuni biscottini. Un dettaglio che ci è proprio piaciuto è che la sera passa una cameriera a distribuire boulle dell'acqua calda da mettere nel letto per la notte.

Per cena scegliamo uno dei ristoranti sul lungomare, che fortunatamente abbiamo prenotato con anticipo. Infatti scopriamo che per la cena c'è molta richiesta anche se non è alta stagione, quindi è sempre meglio riservare un tavolo per tempo.

QUI puoi trovare i nostri suggerimenti per mangiare gluten free in Namibia.

 

27/8 SWAKOPMUND

Oggi abbiamo un'escursione a Sandwich Harbour, un’area protetta di rara bellezza all'interno del Namib Naukflut Park.

Abbiamo prenotato tutto da casa, sul sito di Sandwich Harbour 4x4 Adventures, scegliendo un'escursione di tutta la giornata con auto 4x4 e una guida esperta della zona.

L'appuntamento è al molo di Walvis Bay (a mezz'ora di auto da Swakopmund). Qui troviamo casette di legno e un molo davvero carino, ricco di dettagli interessanti. Il cielo è grigio e c'è un po' di nebbia, ma questo crea un'atmosfera molto suggestiva.

Incontriamo la nostra guida e partiamo subito. La prima tappa è la vicina laguna di Walvis Bay, dove si riuniscono diversi fenicotteri per bere e mangiare i piccoli invertebrati e piante acquatiche ricchi di beta carotene, pigmento di colore rosso-arancio che si deposita nelle piume e conferisce il caratteristico colore rosa.

Qui abbiamo modo di vedere sia i fenicotteri adulti, dove la colorazione è già presente, sia esemplari più giovani, dove il colore prevalente è ancora il grigio.

La laguna è una zona molto lussuosa, ricca di bellissime ville in stile moderno. 

A questo punto partiamo per la tappa principale del nostro tour: Sandwich Harbour.

Costeggiamo le saline, ampie pozze d'acqua con diversi colori (dovuti alla presenza di diversi tipi di alghe) e popolate da fenicotteri, pellicani e altri uccelli. 

Proseguiamo e grazie alla bassa marea, possiamo passare direttamente dalla spiaggia, su una pista di sabbia proprio vicino al mare.

Arriviamo presto nella zona delle prime dune, dove saliamo di poco per ammirare lo spettacolo del deserto e dei suoi colori. Sembra davvero immenso e come sempre affascinante.

Osservando da vicino la sabbia, ci accorgiamo che è ricca di piccoli frammenti di colore rosso e viola, grazie alla massiccia presenza di minerali.

Proseguiamo sul nostro percorso e ci fermiamo in una zona davvero particolare: ci sono diverse baracche di legno quasi totalmente insabbiate, si vede solo la parte superiore del tetto. La guida ci spiega che qui un tempo, sorgeva un porto molto attivo per la pesca. Fu fondato da esploratori portoghesi, poi nel corso dei secoli è stato abbandonato e oggi non ne rimane traccia, se non per queste case.

Percorrendo la pista sulla spiaggia abbiamo anche modo di osservare come il vento modella ed erode le dune, rendendole di un aspetto singolare, molto simile alla roccia, ma in continuo mutamento. 

Arriviamo finalmente alla laguna di Sandwich Harbour, un luogo davvero surreale, dove convivono le dune del deserto, il mare e un paesaggio lunare con piccole pozze d'acqua e un tappeto verde di licheni e piccole piante che sopravvivono grazie alle infiltrazioni di acqua dolce dalle zone sotterranee.

La guida ci invita a fare un giro e a tentare la scalata delle dune circostanti, per ammirare lo spettacolo di questo luogo dall'alto. Ci togliamo scarpe e calze e a piedi nudi iniziamo la salita... è davvero faticoso! I piedi affondano fino alla caviglia e si procede molto lentamente. Arriviamo in cima stremati, ma la fatica viene ampiamente ripagata dallo spettacolo che ci troviamo davanti. Il panorama è davvero mozzafiato, un'immagine che rimarrà sempre impressa nella nostra mente.

Dopo aver ammirato per un po' lo spettacolo della laguna, ci spostiamo in auto sopra alle dune per ammirare anche le zone circostanti, dove l'incontro del mare con il deserto crea dei panorami da cartolina, altrettanto indimenticabili.

La guida ci lascia in un punto abbastanza in alto e ci mette a disposizione mezz'ora per ammirare la zona, mentre lui scende più in basso, ma sempre visibile da noi. Ne approfittiamo per qualche altra scalata e per scattare delle foto.

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Dopo un po' scendiamo verso l'auto e ci accorgiamo che è stata preparata una tavola riccamente imbandita per il pranzo, con ostriche, prosecco e altre prelibatezze (anche senza glutine per me).

E' una bellissima sensazione mangiare tutti insieme in mezzo al nulla, nel silenzio delle dune del deserto.

In lontananza solo uno sciacallo, che aspetta la nostra partenza per controllare se abbiamo lasciato degli avanzi per lui.

Dopo pranzo è ora di tornare verso Walvis Bay, questa volta passando tra le dune per fare un po' di dune bashing, un continuo saliscendi, po’ come stare su delle montagne russe di sabbia. Le pendenze sono davvero estreme e il nostro accompagnatore è davvero bravo ed esperto nella guida in queste condizioni. Quello che si diverte di più è sicuramente Lorenzo, che ride come un matto ad ogni discesa.

Ad un certo punto incontriamo 2 sciacalli che stanno riposando sulla sabbia, in attesa di qualche preda. Poco più lontano c'è un grosso cespuglio di arbusti spinosi, il !Nara. Si tratta di una pianta in grado di recuperare l'acqua per la sua sopravvivenza grazie alla capacità di catturare e bere l'umida bruma spesso presente in questi territori tra mare e deserto, oltre ad avere lunghissime radici in grado di inabissarsi per decine di metri per raggiungere le falde sotterranee.
Ci fermiamo e la guida ci spiega che deve lasciare un po' di cibo per i suoi "amici". Lascia del pane tra i rami e risale in auto. Pian piano iniziamo a vedere qualcosa che si muove e arrivano tanti piccoli topolini a sfamarsi.

Passiamo ancora un po' di tempo su e giù per le dune, per poi tornare al porto di Walvis Bay per la conclusione del nostro tour verso le 15.30.

Tornati a Swakopmund, decidiamo di fare un giro per la città, che si presenta pulita e ordinata, con un bel lungomare e un piccolo faro. Diverse strutture sono chiuse, in attesa di riaprire nella bella stagione. Le temperature sono decisamente più rigide rispetto al resto della Namibia che abbiamo visitato finora. Si vede davvero poca gente in giro, soprattutto la sera. Vicino ai ristoranti e alle principali attrazioni non manca mai un fantomatico parcheggiatore (con giubbetto catarifrangente e un cartellino di riconoscimento, che a quanto pare è assolutamente fasullo) che chiede pochi spiccioli e in cambio controllerà l'auto parcheggiata. Non avendo ben chiare le intenzioni di questi personaggi e soprattutto non sapendo come potrebbero reagire se non ricevono una piccola mancia, in questi casi preferiamo non rischiare e allungare pochi NAD per mandarli via.

Proprio sul lungomare c'è lo Swakopmund Museum, il più grande museo privato in Namibia. Ha diverse aree tematiche, riguardanti il territorio namibiano, tra cui quella dei minerali, della flora e fauna indigene, delle principali etnie della Namibia e quelle legate ai più importanti fatti storici della zona.

In realtà si tratta di un museo abbastanza piccolo, sicuramente non imperdibile, ma una buona idea per passare 1-2 ore scoprendo interessanti notizie riguardanti la Namibia, il suo territorio e i suoi popoli. A Lorenzo, amante di questo genere di musi, è piaciuto molto e ha voluto osservare da vicino tutte le esposizioni. Da tenere in considerazione gli orari, con apertura alle 10 e soprattutto chiusura abbastanza presto, alle 17.

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