top of page
IMG_4367 (Media).jpg
UN VIAGGIO IN GIAPPONE IN FAMIGLIA - TOKYO, giorno 2: Museo Ghibli, Shibuya e Shinjuku

Continua il nostro viaggio alla scoperta della città di Tokyo.

Il giorno 1 ci siamo dedicati ai quartieri di Asakusa e Ueno, il primo ricco di spiritualità e tradizione, il secondo distribuito attorno al suo enorme parco, considerato il polmone verde della città.

Il secondo giorno inizia con la visita al Ghibli Museum, nato nel 2001 da un’idea di Hayao Miyazaki, regista, sceneggiatore e animatore giapponese; il museo comprende la storia, le creazioni e il mondo dello Studio Ghibli, il suo studio cinematografico nato nel 1985, e si trova a Mitaka, raggiungibile in venti minuti dalla stazione di Shinjuku, prendendo la JR Chuo line.

Un luogo dove la fantasia va oltre l’immaginazione, una visita molto piacevole anche per chi non è particolarmente appassionato di questo genere.

Già dall'esterno si viene colpiti dalla stravaganza di questo luogo, dai suoi colori sgargianti e dalle forme inusuali.  

L'interno, assolutamente non fotografabile, è strutturato come una casa con tante stanze, da visitare senza un percorso prestabilito. C'è una cura assoluta di ogni minimo dettaglio, con continui richiami alle opere di Miyazaki che prendono vita in ogni angolo del museo.

Il museo si articola in tre piani, più il terrazzo sul tetto. Si possono trovare sale dove vengono presentate le modalità e le fasi di realizzazione di un film d'animazione, viene raccontato il processo di creazione di un personaggio o di una nuova storia, con l'atmosfera magica e fantasiosa che avvolge le "creature" di Miyazaki. 

Non manca il gigantesco Neko Bus in peluche, un'area di gioco per bambini che però incuriosisce anche gli adulti. C'è anche un cinema dove vengono proiettati inediti cortometraggi dello studio, tutti senza dialoghi, ma solo con rumori ed effetti sonori, per permettere ai visitatori di tutto il mondo di apprezzarli. 

Sul terrazzo, tra i cespugli e le aiuole spicca il grande robot di Laputa.

Per visitare il Ghibli Museum è necessaria la prenotazione con mesi di anticipo, decidendo la data e l’ora della visita. L'acquisto è possibile direttamente sul sito giapponese del museo o attraverso siti italiani ufficiali, ad un costo leggermente superiore. Noi ci siamo affidati a Jtb Italy, che ci ha fornito un ottimo servizio e ci ha spedito direttamente a casa i documenti necessari per l'ingresso.

Terminata la visita al museo, ci concediamo una passeggiata nel Parco di Inokashira, una bellissima oasi verde molto estesa e tranquilla, che si distribuisce attorno ad un grande lago.

Qui si trova una piccola e graziosa costruzione dalle tonalità rosso brillante: si tratta del santuario dedicato a Benzaiten, la dea della musica e dell'arte oratoria.

Dopo una camminata nel parco e un pranzo veloce, il pomeriggio torniamo nel centro di Tokyo e ci dirigiamo al Santuario Meji, il santuario shintoista più grande della città.

Questo luogo è situato all’interno del parco Yoyogi, una vera e propria oasi di pace tra i caotici quartieri di Shinjuku e Shibuya.

L’ingresso principale è caratterizzato da un enorme Torii in legno di cipresso giapponese, veramente enorme. 

Per raggiungere il santuario bisogna percorrere un grande viale immerso tra gli alberi; qui sono posizionate da un lato una serie di botti per il sakè dipinte a mano, dono da parte di produttori giapponesi, dall'altro lato botti di vino Bourgogne, dono di produttori francesi in segno di amicizia con il Giappone.

Alla fine del percorso, si giunge finalmente al santuario, che si compone di un insieme di edifici, tra cui una struttura principale di preghiera in stile tradizionale che si affaccia sul cortile centrale.

Qui si trovano anche i pannelli su cui è possibile appendere gli ema, le tipiche targhette in legno in cui scrivere i propri desideri, oltre a fonti per le abluzioni prima di accedere alla zona sacra.

La costruzione del Santuario Meiji risale al 1920 ed è dedicato alle anime dell’Imperatore Meiji e di sua moglie, l’Imperatrice Shoken, che dal 1868 al 1912 hanno dato al Giappone una forte spinta per quanto riguarda industrializzazione, urbanizzazione ed espansione coloniale.

Distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, l’attuate santuario è una ricostruzione del 1958.

Proseguiamo il nostro itinerario spostandoci a piedi verso Shibuya. Sul tragitto incontriamo e percorriamo Cat Street, una via pedonale al confine con il quartiere di Harajuku, divenuta famosa per la sua atmosfera e le sue proposte di shopping. 

Si tratta di una strada lunga mezzo miglio, fiancheggiata da negozi che vanno dal vintage, alle griffe locali, alle boutique di lusso con marchi internazionali. Non mancano poi le proposte culinarie, con locali di vario genere e per tutte le tasche.

Proseguiamo la nostra passeggiata e raggiungiamo il cuore di Shibuya, un quartiere amato dai giovani, sempre vivo a qualunque ora del giorno e della notte.

Qui si trova lo Shibuya Crossing, l’incrocio più trafficato al mondo. Ogni volta che scatta il verde per i pedoni, tutto il traffico viene bloccato e le persone possono spostarsi in qualunque direzione, grazie alle strisce pedonali poste in obliquo. Un vero fiume di gente che riempie l'incrocio, uno spettacolo da non perdere, specialmente se visto da una posizione soprelevata, come la stazione della metro o, meglio ancora, lo Starbucks che si trova lì vicino.

Per la sera scegliamo l’altrettanto vivace quartiere di Shinjuku, con le sue mille luci colorate e il suo chiasso. Percorriamo le vie principali senza una meta ben precisa, ci facciamo assorbire dall'atmosfera allegra del luogo e rimaniamo incantati dalle mille luci delle insegne.

Sbuchiamo poi in una zona davvero particolare: Golden Gai, un labirinto di viuzze sulle quali si affacciano casette strette, basse, che ospitano circa duecento bar di dimensioni minuscole, con due, quattro, massimo dieci posti a sedere. Un luogo famoso per ospitare spesso artisti e musicisti.

Per cena assaggiamo lo shabu shabuun piatto tipico giapponese a base di carne di manzo tagliata a fettine sottili e bollita nel brodo direttamente da ciascun commensale al proprio tavolo.

Questo nome particolare deriva dal suono che gli ingredienti fanno quando vengono mescolati all’interno della pentola di cottura.

Insieme alla carne vengono serviti tofu e verdure, da cuocere anch'essi nel brodo bollente. 

QUI i nostri consigli per mangiare senza glutine in Giappone.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE...

© Copyright

All rights reserved

Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di NOICONLEVALIGIE.

bottom of page