ANDALUSIA
Monica ci racconta il suo viaggio in Andalusia.
Era da tanto tempo che volevamo organizzare un tour in Andalusia ma fino ad oggi non eravamo mai riusciti a far coincidere le nostre disponibilità di vacanza con un periodo dell’anno in cui ci fosse una temperatura accettabile. Da questo punto di vista devo dire che la terza settimana di maggio (19/26) è stata ottimale (anzi, i primi due giorni a Siviglia ha anche piovuto e la sera dovevamo mettere maglioncino e K-way).
Solo qualche premessa che vi può permettere di organizzare meglio il viaggio.
Noi eravamo con una bambina di tre anni quindi abbiamo deciso di fare le cose con molta calma e comodità. Considerando che difficilmente eravamo fuori dall’hotel prima delle 09.30/10.00, rientravamo al pomeriggio a riposare e abbiamo fatto diverse soste al parco giochi, siamo riusciti a vedere tutto il fondamentale di Siviglia, Cordoba e Granada, con anche una giornata di mare a Malaga.
Quindi se siete tra adulti e non avete problemi ad alzarvi alla mattina, in una settimana potete tranquillamente aggiungere altre tappe (Ronda, Cadice, Gibilterra, etc.) e magari fare qualche museo.
Se optate anche voi per fare solo le quattro città principali (e non dovete gestirvi dei bambini insieme alle valigie) potreste anche evitare di noleggiare la macchina e fare i trasferimenti in treno; in città ci si muove a piedi, con i mezzi o in bicicletta, le strade sono strettissime e in più i parcheggi costano fino a 15 euro al giorno quindi contando anche la benzina e le assicurazioni varie potreste risparmiare un bel po’.
Sabato 19 Maggio
Partiamo da Malpensa nel tardo pomeriggio con Easy Jet, destinazione Malaga; abbiamo preferito evitare i voli delle 6 del mattino perché Sara sarebbe stata intrattabile per tutta la giornata, e comunque rientrando alla sera le notti e le giornate a disposizione sono state le stesse.
Arriviamo alle 19.45 e subito una brutta sorpresa: passeggino rotto!! Improvvisiamo il trasporto di Sara sul trolley e cerchiamo la compagnia di noleggio auto Advantage; l’ufficio non si trova all’interno dell’aeroporto ma proprio nel parcheggio sotterraneo (tra caldo e tubi di scarico è meglio sperare in un’attesa breve). Lo staff è molto gentile e anche rapido; attenzione, a differenza di altre compagnie ti danno la macchina con il pieno e ti fanno pagare subito la benzina. A noi è bastato un pieno (giusto un rabbocco di 5 euro per evitare di rimanere a piedi a due passi dall’aeroporto). Costo totale 298,65 (inclusa assicurazione casco, noleggio seggiolino e benzina – prenotato tramite e-noleggioauto.com).
Per la prima notte abbiamo prenotato l’Holiday Inn Express vicino all’aeroporto. Giriamo per mezz’ora prima di trovarlo!! E’ a pochi km dall’aeroporto ma dalla strada non si vede e capire le indicazioni al telefono da una spagnola che parla un inglese pessimo non è facile. A parità di costo e categoria ce ne sono altri nella stessa zona più facilmente raggiungibili (Es. Campanile Hotel o IBIS). L’albergo è un po’ triste e praticamente sulla superstrada e per un attimo siamo tentati di azzardare una cena in centro Malaga ma vista l’ora optiamo per la cena in hotel e a nanna presto.
Domenica 20 Maggio
Colazione (non un granché) e partenza per Siviglia dove arriviamo in poco meno di due ore; peccato che perdiamo tre quarti d’ora per trovare l’albergo perché a causa di una festa religiosa con tanto di processione alcune strade sono bloccate e il navigatore ci fa girare a vuoto in stradine a doppio senso larghe come la nostra macchina. Chiediamo informazioni a un signore che sale in macchina con noi e ci porta a destinazione. Abbiamo scelto l’Americas Hotel su consiglio di una persona che ci era appena stata, in più aveva delle ottime recensioni e nella piazza di fronte c’è un parco giochi per la bambina. La zona della Cattedrale si raggiunge in 10 minuti a piedi, le stanze sono ampie e il tecnico dell’hotel ci aggiusta anche il passeggino!
La camera non è ancora pronta quindi andiamo a cercare un posto dove mangiare; poco fuori dall’hotel incrociamo la processione che ci ha causato tanti problemi di viabilità, c’è un gruppo di uomini con in testa un telo tipo turbante che a turno portano un altare con la madonna tenendolo sulla testa (non so se sono riuscita a spiegarmi bene!!). Raggiungiamo a piedi la zona intorno alla Plaza Nueva percorrendo la via Tetuan (piena di negozi ma chiusi fino alle 4 causa caldo) e iniziamo la nostra esperienza culinaria spagnola al “Casa la Viuda”. Scopriamo che l’acqua costa il doppio della birra e le porzioni indicate come “raciones” sono veramente grandi: infatti da qui in poi prenderemo sempre le tapas perché a noi permettono di assaggiare cose diverse e per Sara sono la quantità giusta. Purtroppo molti dei posti consigliati da internet e guide turistiche sono per lo più bar dove si mangia in piedi o sugli sgabelli, situazione non gestibile con la bambina.
Rientriamo in hotel, prendiamo possesso della nostra camera e ci riposiamo un po’, anche perché nel frattempo arriva brutto tempo. In teoria il programma prevedeva di andare alla Cattedrale il mattino successivo prima delle 10 (c’è meno gente ed è gratuita) ma visto che minaccia pioggia e la cattedrale è l’unica cosa “al chiuso” che dobbiamo vedere, decidiamo di anticipare. Anche in questo viaggio ci tocca comprare un ombrellino (non lo portiamo mai e ormai ho la collezione da tutto il mondo) e arrivati all’ingresso della Cattedrale inizia a piovere fortissimo mentre siamo in coda (io inizio a preoccuparmi perché ho portato un unico maglioncino e la temperatura non è molto promettente).Un po’ bagnati e infreddoliti, entriamo nella cattedrale. Onestamente non sono rimasta particolarmente colpita. E’ sicuramente bella, ma non più di altre cattedrali che ho visitato in altre parti del mondo. Molto particolare è la lavorazione del soffitto (con un sistema di specchi posizionati sul pavimento si riesce a vedere molto bene). All’interno della chiesa c’è l’accesso alla torre della Giralda iniziamo la salita delle 34 rampe che per fortuna riusciamo a fare con il passeggino; in cima alla torre ci godiamo la vista sulla città dai diversi punti di osservazione. All’uscita ci fermiamo nel cortile esterno a scaldarci con un po’ di sole (che finalmente è arrivato) e a sentire il profumo degli aranci, mentre Sara si diverte a giocare con i canaletti d’acqua che collegano le piante del cortile. Rientriamo in hotel a cambiarci e per la cena puntiamo un Tapas bar consigliato dalla guida: Bar Europa (C/ Siete Revuelta 35). Finalmente mangiamo il primo piatto di Jamon (prosciutto) che Sara ci chiederà a ogni pasto per tutto il resto della vacanza.
Lunedì 21 Maggio
Siccome non abbiamo trovato niente che ci ispirasse intorno all’hotel, per la colazione decidiamo di restare in albergo. Non è certo economica ma ormai ho accettato che l’opzione “cappuccio e brioche” fuori dall’Italia non c’è e i bar offrono sempre dei menù che alla fine costano uguale (almeno in hotel mangi quanto vuoi). Stamattina fa ancora un po’ freschino ma per fortuna c’è il sole; raggiungiamo a piedi la zona della cattedrale e visitiamo il Real Alkazar: bellissimo!! I chiostri, le fontane, le decorazioni sui muri. E soprattutto i giardini: Sara si è divertita molto, c’erano anche un labirinto e due pavoni che giravano liberamente per il parco.
All’uscita del palazzo ci troviamo nel quartiere di Santa Cruz, un quartiere tutto “ristrutturato” composto da viette e casette bianche. Ci sono molti negozi e ristoranti e decidiamo di fermarci a mangiare ai tavolini esterni di un bar: anche oggi grazie alle tapas riusciamo a fare un pasto molto vario (Dona Elvira – Calle Pimienta).
Dopo pranzo ci dirigiamo a piedi verso Plaza de Espana; è circondata da edifici e portici in mattoni e vi scorre un canale sul quale si può fare un giro affittando delle barchette. Se volete un consiglio, non fatelo sotto il sole a picco delle due come noi!!! Dalla piazza ci inoltriamo nel Parque De Maria Luisa e qui lasciamo spazio a Sara tra altalene, scivoli e corse a piedi nudi sul prato, e ne approfittiamo anche noi per riposarci un po’. Rientriamo a piedi in hotel e per cena scegliamo un ristorante che avevamo visto la sera prima poco dietro la Cattedrale. L’interno è molto bello e curato ma scegliamo di mangiare fuori, anche perché si trova in uno spazio ampio dove la bambina può correre e giocare tranquilla; non è economico ma stasera vogliamo dare a Sara una pausa dalle “tapas” e noi mangiare una buona Paella (Restaurante Baco. C/Francos 42).
Martedì 22 Maggio
Colazione in hotel e partenza alla volta del fiume Guadalquivir che costeggiamo fino alla Plaza Toros dove però è in corso una manifestazione della polizia e non è possibile accedere all’arena. Continuiamo fino alla Torre dell’oro (dove venivano stipati i tesori in arrivo dall’America). Lungo la salita alla torre si accede a delle stanze adibite a museo. Attraversiamo il fiume e andiamo a vedere il quartiere di Triana che è piuttosto deludente (soprattutto se paragonato a Santa Cruz). Per pranzo ci fermiamo in un ristorante sul fiume attirati dalla posizione particolare ma lo sconsiglio decisamente (livello cibo basso e prezzi alti): Taberna Ruta della Plata, Calle Betis 10.
Rientriamo in hotel a riposarci un po’ e nel pomeriggio facciamo un giro nei dintorni fino alla Alameda de Hercules, un lungo spazio all’aperto con fontane, bar e locali dove Sara trova anche dei bambini che parlano italiano con cui giocare!! Per cena decidiamo di tornare in Santa Cruz ma non siamo fortunati come il giorno prima a pranzo. E’ il ristorante di un boutique hotel (El Rey Moro) che sembra molto carino, con un bel patio interno, ma il cibo non era niente di speciale e abbiamo aspettato tantissimo prima di essere serviti e purtroppo quando sei in giro con un bambino è una cosa che crea parecchio disagio (El Jardin de Las Tapas Calle Reinoso 8).
Mercoledì 23 maggio
Colazione ancora in hotel e partiamo alla volta di Cordoba. Eravamo un po’ preoccupati per la strada (vari commenti parlavano di strade strettissime e non segnalate) ma il navigatore e le indicazioni del sito dell’hotel ci fanno arrivare senza problemi. Abbiamo prenotato un hotel a due stelle fidandoci dei commenti molto positivi su Trip Advisor. All’arrivo ci siamo un po’ spaventati perché siamo arrivati da una via laterale da dove si vede l’insegna dell’hotel su una parete scrostata ma per fortuna era solo un’indicazione. L’hotel è carino, pulito, stile arabeggiante con un bellissimo cortile interno. Zona centralissima, parcheggio ( a prezzo umano: € 8) e anche la colazione secondo me non era affatto male data la categoria dell’hotel: semplice ma curata e varia (non ci hanno nemmeno fatto pagare la bambina anche se ha mangiato come un adulto). Ho intravisto le camere doppie e sono veramente piccole ma noi avevamo prenotato una tripla e ci hanno dato un appartamento con soggiorno, angolo cottura e camera separata (Hotel Maestre, Calle de Romero Barros).
Ormai è ora di pranzo e scopriamo con piacere che il ristorante in cui avevamo già programmato di mangiare è proprio di fronte al nostro hotel. All’una e mezza ci siamo solo noi. Ristorante in stile, abbiamo mangiato sia carne (coda di toro!) che pesce ed erano entrambi buoni, anche il vino della casa non era male (Taberna Plateros, c/San Francisco 6).
Iniziamo a notare qualcosa di particolare: gruppi di ragazzi (vestiti con magliette uguali con scritti degli slogan) e sacchetti di plastica pieni di bottiglie (alcol e non ) che si dirigono verso il fiume. Chiediamo in Reception e ci dicono che è iniziata la “Feria del Mayo”, un’importante festa che attira tantissima gente (e realizziamo che abbiamo avuto una gran fortuna a trovare la dormire a questo prezzo in questo periodo). A questo punto decidiamo di andare subito a vedere la Mesquita e dedicare il tardo pomeriggio alla Feria. Decidiamo di raggiungere il centro costeggiando il fiume ma ve lo sconsiglio. Non c’è un filo d’ombra e noi siamo anche nel momento più caldo della giornata. Le viette di Cordoba mi ricordano un po’ il quartiere di Santa Cruz di Siviglia. Case bianche, fiori alle finestre e vicoli che sbucano in belle piazze. Il programma era di vedere la Mesquita al mattino successivo ma la tentazione di entrare subito in un posto fresco è troppo forte. La struttura occupa praticamente un intero quartiere. Ci sono diverse entrate attraverso cui si accede a un chiostro con alberi di arance. Per quanto riguarda l’interno non posso che adeguarmi ai commenti che ho già letto in altri diari di viaggio: è bellissima! All’inizio ti ritrovi in una vera Moschea, con colonne e archi, il tetto basso, poca luce. Poi all’improvviso nel mezzo spunta una cattedrale con altare, cupola, vetrate e tanta luce.
Ritorniamo in albergo a riposarci un po’ e poi ci dirigiamo alla volta della Feria; scopriamo quasi subito che abbiamo fatto bene a lasciare a casa il passeggino perché sarebbe stato impossibile muoversi. La festa si svolge nella zona chiamata Arenal. Passando sul ponte scopriamo che i ragazzi che avevamo visto per strada sono diventati una fiumana di gente che balla e beve sul lungofiume. Oltre il ponte arriviamo nella zona delle giostre: non ne ho mai viste così tante tutte insieme e soprattutto così varie, anche per bambini piccoli come Sara (non solo giostrine e bruco, ma vere e proprie montagne russe in miniatura). Inoltre ci sono una serie di “stand” chiusi (non so come chiamarli) che sembrano associati a diversi quartieri dove si mangia e si suona dal vivo, in alcuni si balla il Flamenco, altri a una certa ora diventavano vere e proprie discoteche. Il bello è anche vedere praticamente tutti (uomini, donne, bambini anche di 6 mesi) con i vestiti tipici andalusi. Stasera ci mangiamo un hot dog a un baracchino e torniamo in albergo stanchi ma contenti dell’esperienza un po’ particolare.
Giovedì 24 maggio
Colazione in hotel (anzi, più precisamente nell’Hostal della stessa proprietà che si trova di fianco). A conferma dell’ottima scelta dell’alloggio, ci permettono anche di lasciare la macchina e valigie in hotel fino alle quattro.
Andiamo a visitare l’Alcazar de los Reyes ma dopo quello di Siviglia è un po’ una delusione. Si riscatta un po’ con i giardini dove ci sono delle fontane circondate da fiori multicolori molto belle. Al’uscita andiamo a cercare le vie in cui dovrebbero esserci dei patii “aperti” al pubblico (a Cordoba c’è anche un concorso per il patio più bello). Riusciamo a vederne solo uno perché gli altri non sono visitabili, non so se per l’orario o semplicemente perché i padroni di casa non ci sono.
Per pranzo scegliamo la Taberna Aljama (Torroja Y Miret s/N) attirati dal fresco cortile. Solito piatto di Jamon e Salmorejo più pollo per Sara e poi andiamo a recuperare la macchina e ci dirigiamo verso Granada dove arriviamo nel tardo pomeriggio.
Anche in questo caso abbiamo scelto l’albergo (Hotel Las Almenas, c/ Acera del Darro 82) basandoci sulle buone recensioni e non siamo rimasti delusi; l’hotel è un tre stelle ma potrebbe anche essere un 4; alla reception c’è un signore gentilissimo che parla italiano e la posizione è molto comoda sia per raggiungere il centro a piedi che per prendere i vari mezzi per altre destinazioni. Un po’ caro il garage che ci costa € 15,50 al giorno.
Saliamo in camera con un ascensore a vetri che si affaccia su un patio interno dove si fa colazione e, dopo esserci sistemati, andiamo a piedi verso il centro storico e facciamo una passeggiata nelle vie intorno alla Cattedrale. Devo dire che Siviglia mi è piaciuta molto di più, ma è solo un opinione personale.
Per cena puntiamo quello che è considerato il miglior tapas bar della città (Bodegas Castaneda, Almireceros 1). Arrivando alle 8, un po’ presto rispetto ai canoni spagnoli (da bravi italiani), riusciamo a trovare un tavolino e per l’ordine decidiamo di affidarci al cameriere e ci facciamo portare un assaggio delle loro specialità; le porzioni tapas sono piuttosto abbondanti rispetto alla media e la qualità è buona; inoltre qui riusciamo finalmente a vivere un po’ dell’atmosfera tipica da tapas bar pieno di gente di tutte le età.
Venerdì 25 maggio
Facciamo colazione al bar dell’hotel e prendiamo il pullman per raggiungere il quartiere arabo dell’Albayzin che si trova in cima alla città. Arriviamo al Mirador de San Cristobal e da qui iniziamo a camminare per le stradine che ci portano a Plaza San Nicolas da dove si ammira una fantastica vista sul palazzo dell’Alhambra e la Sierra Nevada. Oggi fa molto caldo e i ciottoli delle strada non sono proprio il massimo per il passeggino quindi la discesa verso la città diventa piuttosto faticosa visto che dobbiamo tenerci Sara sempre in braccio, ma il quartiere è veramente particolare e caratteristico (almeno fino a quando non si arriva a una stretta via piena di negozi e bazar che sanno un po’ di trappola per turisti). Per pranzo andiamo nella Calle Navas, una via piena di ristoranti che parte da Plaza del Carmen e che avevamo visto la sera prima. Scegliamo un po’ a caso ma mangiamo bene anche qui, sempre con porzioni tapas (Taberna Divisa Blanca , c/navas 23).
Rientriamo in hotel a riposarci un po’ perché nel pomeriggio ci aspetta la visita dell’Alhambra (prenotata da casa attraverso il sito www.alhambra-tickets.es, Sara gratis, adulti). Prendiamo il pulmino che parte da Plaza del Carmen e arriviamo alle 14.30.
L’Alhambra è praticamente una cittadella fortificata composta da palazzi e giardini. La prenotazione serve per visitare i Palacios Nazaries e credetemi, ne vale davvero la pena. Quando acquistate i biglietti dovete scegliere l’orario in cui entrare nei palazzi ed è fondamentale essere puntuali quindi vi consiglio di studiare prima la piantina della fortezza e organizzare la visita degli altri spazi in modo da arrivare in tempo (se i palazzi li dovete fare per primi, considerate che dall’ingresso ci vogliono comunque 15 minuti a piedi senza fermarsi). La nostra prenotazione è alle 17.00 quindi possiamo fare le cose con calma.
La prima parte è composta da bellissimi giardini che si estendono lungo le mura; si passa vicino a un convento trasformato in hotel fino ad arrivare al Palacio de Carlos V; dentro è principalmente un museo quindi noi ci fermiamo a vedere solo il cortile. Entriamo anche a visitare l’Alcazaba, la parte più antica dell’Alhambra, una zona fortificata dove vivevano i militari. Qui saliamo sulla Torre della Vela da dove vediamo il quartiere del Sacromonte e dell’Albayzin.
Alle 5 in punto ci presentiamo all’ingresso dei Palacios Nazaries. Sono composti da tre nuclei, ognuno con una funzione diversa per la vita di corte. Non saprei da dove cominciare a descriverli… le stanze sono una più bella dell’altra, i soffitti, i vari patii, i giardini …tutto lascia a bocca aperta. La visita richiede più di un’ora ed è una delle cose più belle che ho visto in giro per il mondo. Ritorniamo verso l’ingresso per andare a vedere la parte superiore della collina dove si trova il Generalife (altra residenza reale) con i suoi giardini. Purtroppo a questo punto della giornata Sara inizia giustamente ad annoiarsi quindi facciamo un giro molto frettoloso; se possibile, consiglio di dedicare quasi una giornata all’Alhambra per poter fare tutto con calma, soprattutto se si viaggia con bambini.
All’uscita decidiamo di concederci un taxi e scopriamo che per tornare in città costa come il pullman!!! Nel raggiungere il nostro hotel passiamo davanti al Paseo del Salon, un grande spazio verde con un bel parco giochi e, nonostante la stanchezza, mi fermo con Sara che per un’ora si può scatenare come vuole.
A cena torniamo verso la zona della cattedrale ma stasera non siamo fortunati e scegliamo un ristorante sulla Plaza Pescaderia che si rivela la classica trappola per turisti con un menù fisso con prezzo accattivante che alla fine sarà la nostra scelta forzata perché tutto il resto è molto caro e la qualità piuttosto scarsa: la peggior paella che abbia mai mangiato (El Campanario – Plaza Pescaderia 4).
Sabato 26 Maggio
Secondo il programma originario anche l’ultima giornata dovevamo passarla a Granada ma poiché abbiamo già visto le cose fondamentali decidiamo di trascorrere una giornata al mare a Malaga in attesa del volo della sera.
Io però ho la sensazione di essermi persa qualcosa della città e decido di alzarmi molto presto e fare una passeggiata da sola prima di partire. Alle 7 del mattino in strada ci siamo solo io e i ragazzi che tornano dai locali notturni! Arrivo a piedi fino a Plaza Nueva e da qui seguo per Plaza S. Ana dove inizio a costeggiare il fiume Darro lungo una stradina stretta caratterizzata da case in stile arabo (da qui inizia l’Albayzin). Sarà l’orario e il silenzio, ma ho trovato questa zona molto suggestiva; a un certo punto mi ritrovo sotto la Torre della Vela dell’Alkazaba e visto l’orario torno indietro ma questa volta, invece delle due vie principali (Reyes Catolicos e Acera del Darro) dove ci sono solo negozi, attraverso il Realejo, il quartiere ebreo (non particolarmente entusiasmante).
Partiamo per Malaga alle 9 e decidiamo di puntare le spiagge poco fuori dalla città. Arriviamo alla zona Pedregal dove impieghiamo un sacco di tempo a trovare parcheggio (effettivamente è sabato anche per loro quindi ci sono anche gli abitanti locali che vanno al mare). Noleggiamo sdraio e ombrellone e io parto alla ricerca di un negozio dove comprare dei costumi. Per pranzo ci rifacciamo della brutta esperienza della sera precedente e mangiamo al Miguelito El Carinoso (Paseo Maritimo (El Pedregal) 77, Málaga). Si trova sulla spiaggia e di fronte al ristorante c’è un enorme barbeque ricavato da una barca dove preparano degli spiedini di sardine alla brace. Insieme a un fritto misto e al solito gazpacho concludiamo la vacanza con un fantastico pranzo.
Rimaniamo in spiaggia fino alle 4 per poi andare in aeroporto e decollare alle 20.15.