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STATI UNITI CENTRALI

Monica ci racconta il viaggio che ha fatto nelle regioni centrali degli Stati Uniti.

 

Stati Uniti centrali (CO, WY, UT, SD, MT)

L’itinerario di questo viaggio è nato con il desiderio di vedere lo Yellowstone e due dei parchi dello Utah (Arches e Canyonlands) che non eravamo riusciti ad inserire nel nostro primo tour americano. Purtroppo non esistevano racconti di viaggio già fatti o anche guide o itinerari particolarmente interessanti da cui attingere.
Alcuni dei paesaggi che abbiamo visto valevano assolutamente il viaggio, mentre altre zone sono state un po’ deludenti (o comunque andavano visitate con una logica diversa dalla nostra). Le città di queste zone, inoltre, sono veramente poco interessanti e quello che c’è da vedere si esaurisce in poco tempo. A me la pausa “cittadina” che l’altra volta aveva spezzato un po’ il giro (Las Vegas, Los Angeles, etc) è molto mancata.
Per i viaggi itineranti negli Stati Uniti io sono per decidere dove dormire in loco in base a come si evolve il tour, ma vista l’esperienza al Grand Canyon (dove avevamo trovato l’ultima camera disponibile e rischiavamo di dormire in macchina), oltre alla prima notte a Denver abbiamo anche prenotato gli alberghi in prossimità dello Yellowstone.

30 luglio - Milano/Denver

Volo con British Airways via Londra. All’arrivo restiamo a girare sull’aeroporto di Denver per 45 minuti. Dopo un beve spavento in cui ci dicono che forse atterreremo a Colorado Springs, procediamo con l’atterraggio a Denver e capiamo quale era il problema: alla nostra sinistra vediamo un tornado! Ormai è tardi quindi dopo aver preso la camera andiamo a mangiare nell’irish pub di fronte all’hotel e andiamo a dormire.

Taxi: aeroporto/hotel
Hotel: Ramada Inn

 

31 luglio - Visita a Denver

Dall’hotel ci dirigiamo a piedi verso il centro, facciamo colazione e poi andiamo a visitare il Capitol dove c’è un gradino che indica il punto esatto in cui siamo a un miglio di altezza sul livello del mare. Saliamo sulla cupola per vedere il panorama ma c’è un po’ di foschia e le montagne non si vedono. Fa molto caldo e il centro di Denver è già finito quindi decidiamo di prendere un pullman per andare nel centro commerciale di Cherry Creek dove facciamo un po’ di shopping. Purtroppo se non vi piacciono i musei (come a noi), Denver non ha molto da offrire. Andiamo in hotel a riposarci un po’ e ritorniamo in centro nel tardo pomeriggio. La via principale di Downtown è il Mall (16th street) dove si può fare una lunga passeggiata tra locali, ristoranti e negozi; c’è anche un tram gratis che la percorre tutta se siete stanchi di camminare. Dopo cena e due passi rientriamo in hotel.

Colazione: Corner Bakery
Pranzo: Hard Rock Café
Cena: Earls. Tutti e tre sulla 16th street
Hotel: Ramada Inn

01 Agosto – Denver/Silverthorne (211 mls)

Ritiriamo la macchina alla sede Dollar dell’aeroporto. Con la scusa che dobbiamo andare in montagna cercano di darci una jeep a un costo maggiore ma decidiamo di tenere la nostra. Ci danno una Dodge Caliber (comunque un po’ più grande di quella prevista) che in montagna si comporterà benissimo.

Partiamo verso il Rocky Mountain National Park e abbiamo la prima sorpresa del viaggio: per uscire dalla tangenziale di Denver dobbiamo pagare! Ci fermiamo a fare colazione in un bar a Lyons e arriviamo all’ingresso del parco dove scopriamo che non hanno il National Park Pass disponibile e dobbiamo prendere un pass annuale che vale anche per le Federal Recreational Lands.
Il paesaggio di questo parco è tipicamente montano e si sale fino a 3.700 mt di altezza. Piove e quando scendiamo dalla macchina per fare le foto fa parecchio freddo. Dopo l’ingresso, facciamo una deviazione per il Bear Lake. Mangiamo un hot dog all’Alpine Visitor Center e usciamo dal parco da Grand Lake. Arriviamo fino a Silverthorne dove dedichiamo le ultime ore del pomeriggio allo shopping nei negozi dell’outlet mentre continua a piovere. Ceniamo con la prima bistecca della vacanza e a letto presto (come faremo per tutta la vacanza).

02 agosto – Silverthorne/Moab (389,00 mls)

Colazione (finalmente mangio i primi pancake!) e partenza verso Moab. L’autostrada attraversa paesaggi bellissimi e in continuo cambiamento: prima le montagne (in questa zona ci sono le località sciistiche più famose degli USA come Aspen), poi un piccolo canyon dove costeggiamo il fiume Colorado, poi spazi aperti con le tipiche rocce rosse e infine i vemilion cliffs dello Utah. Lungo il percorso attraversiamo il Colorado National Monument, una meta non molto frequentata (infatti ci siamo praticamente solo noi) ma con degli scorsi sorprendenti. Arrivati a Moab cerchiamo un motel e poi andiamo a vedere l’Arches Park. E’ veramente uno spettacolo, solo tenete in considerazione che per vedere gli archi da vicino bisogna fare delle belle camminate (da 1 a 5 km); un po’ per il caldo e un po’ perché siamo ormai a fine giornata, decidiamo di farne solo un paio di quelle corte.
Ceniamo in un ristorante segnalato dalla Lonely planet dove si mangiano piatti tipici come il polpettone di bufalo e lo stufato d’alce.

03 agosto – Moab/Price (212 mls)

Facciamo colazione vicino al nostro albergo. Il posto è un po’ caro e scopriamo che l’english muffin non è il muffin che intendiamo noi. Lasciamo Moab per andare verso il Dead Horse Point (che è un parco statale quindi dobbiamo pagare l’ingresso) e il Canyonlands National Park. Qui abbiamo visto i paesaggi più belli in assoluto È come il Grand Canyon però più in piccolo e quindi, secondo noi, più suggestivo. Qui ci si siede davvero sul "bordo" del canyon in punti dove ti viene naturale restare in silenzio per contemplare lo spettacolo che hai davanti. Anche nel canyonlands ci sarebbero diversi sentieri a piedi da fare ma la nostra tabella di marcia non ce lo permette.

Usciti dal parco iniziamo la tappa di avvicinamento a Salt Lake City e ci fermiamo a dormire a Price. Troviamo un motel con una piscina interna molto carina (e più grande delle vasche da bagno classiche dei motel). A cena ci prendiamo una pausa dal cibo americano e andiamo a mangiare una pizza.

04 agosto – Price/Salt lake City (148 mls)

Facciamo colazione nel ristorante adiacente l’hotel e partiamo per Salt Lake City. Arriviamo abbastanza presto, troviamo un motel vicino a Temple Square e iniziamo a visitare la città. Purtroppo anche qui come a Denver non c’è molto ed è tutto concentrato in questa piazza. Ascoltiamo un concerto d’organo nel Tabernacle (dicono che sia uno degli organi più belli del mondo) e saliamo a vedere i giardini pensili situati sul tetto dell’edificio vicino. Mangiamo velocemente alla food court di un centro commerciale e torniamo in Temple Square per realizzare che sono le due e non c’è più niente da vedere. Ci sdraiamo in un parco a rivedere il filmino fatto fino ad ora intanto che aspettiamo la camera (siamo arrivati molto presto e prima delle quattro non è pronta). Occupiamo il tempo andando in un negozio di strumenti musicali (avevo una commissione per mio fratello musicista) e al ritorno, passando sopra un cavalcavia vediamo un centro commerciale all’aperto che sembra interessante per cena (The Gateway). Certo non è come il centro storico di una città europea, ma almeno c’è un po’ di gente che passeggia, va al cinema e svanisce un po’ il senso di città “deserta” che alla sera danno le cittadine americane.
Ci mangiamo un bel granchio e andiamo a dormire.

 

05 agosto – Salt Lake City/Jackson (362 mls)

Partiamo da Salt Lake City per l’Antelope Island, un’isola disabitata che si trova nel lago salato a 30 minuti dalla città. Per il pranzo compriamo dei panini per strada perché pensavamo di fermarci per fare il bagno e rilassarci un po’ ma il tempo non è un granché e sinceramente il lago non invoglia molto a tuffarsi. Inoltre leggendo su una guida “spiaggia attrezzata” da buona italiana mi immaginavo sdraio e ombrelloni invece c’erano solo due docce. Qui iniziamo a vedere qualche animale, antilopi e bufali. In fondo alla strada che attraversa il parco (che è statale e quindi anche qui dobbiamo pagare) c’è un ranch tenuto perfettamente con anche la casa in cui abitavano i proprietari. Visto che ci siamo fermati meno del previsto decidiamo di fare più strada ed avvicinarci all’ingresso del Grand Teton Park. Facciamo una telefonata a un motel di Jackson per prenotare perché sappiamo che è difficile trovare da dormire agli ingressi dei parchi e abbiamo fatto bene perché quando arriviamo è tutto pieno. Il paese è pieno di motociclisti; di solito nel parchetto del paese (famoso perché i suoi ingressi sono degli archi decorati da corna di alce) fanno la rappresentazione di una sparatoria ma purtroppo è domenica (l’unico giorno in cui non è prevista). Come per i motel, anche i prezzi per mangiare sono più alti che da altre parti. Cena, passeggiata tra le stradine con atmosfera da vecchio west e nanna

06 agosto – Jackson/West Yellostone (129 mls)

Facciamo colazione in un posto segnalato dalla guida dove dovrebbero fare dei biscotti grandi e soffici. Peccato che scopriamo che questi Biscuits altro non sono che pane e non biscotti come li intendiamo noi. Dopo colazione compriamo dei panini, faremo così per tutti i giorni nello Yellowstone perché dentro al parco ci sono solo i ristoranti nei lodge e preferiamo fare un pic nic nelle varie aree previste dal percorso; scopriamo che esistono questi negozi in cui ti danno un foglio con i vari ingredienti, tu segni quello che vuoi nel panino e te lo fanno al momento e personalizzato. Naturalmente le loro porzioni sono come tre delle nostre. Stamattina il tempo è ancora brutto ma per fortuna dopo migliorerà. Attraversiamo il Grand Teton fermandoci ai vari point of view a fare qualche foto. Paesaggi tipicamente di montagna con laghi e praterie. Entriamo allo Yellowstone dall’ingresso sud e andiamo a vedere la prima zona di geyser, il West Thumb. L’odore di zolfo è forte, ma il paesaggio è mozzafiato e soprattutto ci rendiamo conto di essere in una zona in continuo “movimento”. Ci dirigiamo verso l’Old Faithful, il geyser più grande che emette un getto d’acqua di 30 mt ogni 90 minuti circa. Quando arriviamo, un cartello ci dice che la prossima “eruzione” sarà dopo un’ora quindi facciamo una passeggiata sulle passerelle di legno che portano a vedere i diversi geyser della zona (queste passeggiate possono anche essere di qualche miglio). Al rientro ci sediamo sulle panchine con gli altri visitatori e il geyser inizia a spruzzare acqua puntualissimo (dura qualche minuto). Rispetto agli altri parchi abbiamo incontrato molta più gente (in alcuni punti facevamo anche fatica a parcheggiare). Usciamo dal parco da ovest per raggiungere il paese di West Yellowstone dove abbiamo prenotato già dall’Italia. Cena e, come al solito, a letto presto.

07 agosto – Yellostone/Gardiner (131 mls)

Dopo colazione rientriamo nel parco e all’ingresso troviamo la coda; vediamo anche che alla postazione del ranger dove ci sono tutti i costi di entrata mettono anche il national park pass da 50 dollari!! Anche oggi vediamo diversi geyser e laghi fumanti, oltre al canyon creato dal fiume Yellowstone (con una cascata di 94 metri). A un certo punto vediamo le macchine ferme in coda sulla strada con tutta le gente che scende con le macchine fotografiche in mano. Naturalmente scendo anche io e vedo che vicino alla strada c’è un grosso alce che mangia. Gli altri animali che vediamo sono i bisonti (ce ne sono davvero tanti e ogni tanto te li trovi anche in mezzo alla strada). L’ultima zona che vediamo è quella di Mammoth Hot Spring da dove usciamo per andare a dormire a Gardiner. Il paese è un po’ più piccolo di West Yellowstone e non offre molto per la cena. Finiamo quindi nel ristorante di fianco all’albergo (che tra l’altro si trova in una bella posizione con vista sul fiume).

08 agosto – Gardiner/Red Lodge (184 mls)

Stamattina rientriamo nel parco da nord per fare l’ultima parte e uscire da Tower junction, ma di tutto il parco onestamente questa è la zona meno interessante. Dall’uscita, percorriamo la Beartooth highway che è considerata una delle strade più panoramiche degli Stati Uniti. Effettivamente i paesaggi sono bellissimi ma molto simili a quanto abbiamo visto allo Yellowstone quindi fanno un effetto più attenuato. Oggi non faremo molta strada perché vogliamo fermarci a Red Lodge, un paesino molto carino alla fine della strada. Per cena chiediamo consiglio al proprietario del motel che ci indica un posto un po’ lontano (19 miglia) ma dove il cibo vale veramente la pena. Per raggiungerlo percorriamo un strada di praterie e ranch con lo steccato bianco da cartolina. Il paese di chiama Roscoe ed è composto dal ristorante e qualche casa. Qui abbiamo mangiato una carne favolosa. Due consigli: non ci sono indicazioni per il ristorante e appena passato il cartello "Roscoe" bisogna girare alla prima via a sinistra (noi al primo passaggio non l’abbiamo visto e pensavamo già di rinunciare). Secondo: la strada è totalmente buia e al ritorno state attendi perché ci sono diversi animali che attraversano la strada

9 Agosto – Red Lodge/Sheridan (216 mls)

Facciamo colazione in un posto che abbiamo scoperto il giorno precedente. Hanno un caffè ottimo, torte e muffin come li intendiamo noi. Ci dirigiamo verso il Little Bighorn Battlefield dove decidiamo di ascoltare la presentazione del ranger. Dura un’ora ma è molto utile perché ci fa capire tutte le strategie e gli spostamenti delle truppe nei due giorni di battaglia (e apprezziamo anche l’atteggiamento di rispetto del ranger nei confronti degli indiani). Scopriamo anche che il cimitero che si trova all’entrata e che abbiamo già visto in molte immagini di repertorio (quello con tutte le tombe bianche, per intenderci) non è dove sono sepolti Custer e i suoi, ma una serie di persone che hanno partecipato a diverse guerre, dalla prima guerra mondiale a quella di Corea. Usciamo brevemente dal parco per mangiare qualcosa e al rientro iniziamo il giro in macchina. Il percorso è segnato da cartelli che raccontano cosa è avvenuto (e quando) sulle varie colline. I prati circostanti sono pieni di tombe che ricordano sia i soldati americani che i guerrieri indiani morti nella battaglia, fino all’ultimo avamposto dove si vede la tomba di Custer. La visita richiede più tempo del previsto così decidiamo di saltare il Bighorn Canyon e raggiungere Sheridan. Mentre cerchiamo da dormire vediamo che quasi tutti i motel sono pieni. Parlando con Alì, il proprietario del nostro motel, abbiamo una bella (ma anche brutta) sorpresa: a pochi chilometri da li è appena iniziato il più grande raduno di Harley Davidson del mondo. In un piccolo paesino chiamato Sturgis (dove noi pensavamo di fermarci a dormire il giorno successivo) sono arrivati 800.000 motociclisti. Ma il problema degli hotel pieni non riguarda solo Sturgis ma tutti i paesi nelle Black Hills, che è giusto l’ultima zona che ci manca da vedere. Il proprietario ci dice che sarà impossibile trovare da dormire e comunque le camere hanno prezzi che sfiorano i 250 dollari. Per aiutarci, prova a chiamare un albergo a Keystone (di cui espone la brochure) e riesce a trovarci una camera che a questo punto prendiamo per tre notti: guardando la cartina vediamo che possiamo tenere Keystone come base e da li andare a vedere quello che ci manca. Passato il momento di panico, andiamo in cerca di una pizzeria ma finiamo a mangiare l’ennesimo hamburger.

10 agosto Sheridan/Keystone (301 mls)

Ci alziamo presto e andiamo a vedere il Devils Tower National Monument, una grande roccia diventata famosa per essere stata usata come location per il film Incontri ravvicinati del terzo tipo. C’è una piccola passeggiata da fare intorno al monolite da dove si vedono quelli che fanno le arrampicate. E’ oggi che abbiamo realizzato il lato negativo di questo viaggio: grandi percorsi in macchina per arrivare in un posto e visitarlo in 20 minuti. A questo punto, essendo molto presto, decidiamo di fare un salto a Sturgis per vedere il raduno. La quantità di moto è impressionante, ci sono due strade completamente piene di Harley e di personaggi diciamo “caratteristici”. Ci sono gli stand dei produttori di moto, bancarelle che servono enormi cosce di tacchino arrosto, gente che si fa i tatuaggi in vetrina, musica da vivo. E’ stata una bellissima esperienza. Continuiamo il nostro viaggio (ma non saranno gli ultimi motociclisti che vedremo perché gli effetti del raduno arriveranno fino a Keystone). Passando da Rapid City vediamo che ci sono alcuni motel con la scritta vacancy e iniziamo a chiederci se abbiamo fatto bene a fidarci di Alì, ma l’amico riguadagna punti quando all’arrivo in hotel scopriamo che grazie alla sua telefonata, il prezzo di 97,15 $ tasse incluse che ci avevano fatto è molto più basso di quello ufficiale (150). Anche Keystone è invasa dai bikers. Non offre molto per mangiare. Ci sono soprattutto family restaurant dove si mangia a buffet, quindi optiamo per un ristorante normale.

11 agosto – Keystone/Badlands/Keystone (218 mls)

Facciamo colazione in un posto con buffet ma ci rendiamo conto che per come e quanto mangiamo noi non ne vale assolutamente la pena. Direzione Badlands National Park (che non è poi così vicino come pensavamo). Il paesaggio è desertico, un po’ simile alla Valle della morte. Ovunque ci sono cartelli che dicono di stare attenti ai serpenti a sonagli. Entriamo dalla Northeast Entrance, attraversiamo il parco fermandoci nei vari view point a fare le foto e usciamo dalla Pinnacles Entrance (anche in questo parco ci siamo praticamente solo noi). All’uscita decidiamo di fermarci a mangiare a Wall, un paesino conosciuto per un grande centro commerciale (fatto però in stile western) pieno di cianfrusaglie e dove bevi il caffè per 5 centesimi. Pensavamo di fermarci anche a Rapid city ma attraversando la città non ci attira un granché, quindi torniamo a Keystone. Andiamo a vedere la partenza del treno a vapore che ogni giorno ti porta avanti e indietro da Hill City (il viaggio dura 1 ora a tratta e ti porta dentro le Black Hills; purtroppo gli orari non si sono mai incastrati con il nostro programma, ma a posteriori sono molto pentita di non averlo fatto); facciamo anche una passeggiata nella vecchia Keystone ma la cosa si risolve in 15 minuti. Alla sera decidiamo di andare a vedere lo spettacolo di luci al Monte Rushmore che si rivela essere un lungo filmato della storia dei 4 presidenti che finisce con il monumento che si illumina lentamente mentre il pubblico canta l’inno americano in piedi con la mano sul cuore. Il parcheggio è a pagamento ma vale per tre giorni quindi ci tornerà utile per la visita diurna del giorno dopo.

8 12 agosto -Keystone/Monte Rushmore/Crazy horse n.M./Jewel Cave/Keystone (75 mls)

Troviamo un posto per la colazione che fa i bagels. Questa mattina i posti da vedere sono più vicini. Ritorniamo al Monte Rushmore, e facciamo il percorso a piedi alla base della montagna. Purtroppo c’è una fastidiosa nebbiolina che limita un po’ la visibilità. Da qui ci spostiamo al Crazy Horse National Monument. Non fa parte di parchi nazionali quindi paghiamo l’ingresso. Prima di prendere il pulman che porta vicino alla montagna (in modo da vedere la faccia di Crazy Horse di fronte), vediamo un video nel teatro del visitor center che spiega perché sia stato deciso di fare il monumento e racconta la storia dello scultore e della sua famiglia (sono i suoi figli che stanno continuando il lavori). La scultura è ancora in lavorazione (hanno finito solo il viso) e siccome non accettano sovvenzioni statali i lavori vanno molto a rilento. Nel visitor center c’è un modello del progetto. Mangiamo un hot dog qui e ci dirigiamo verso la Jewel Cave, la più lunga caverna degli Stati Uniti. Ci sono tre opzioni per fare la visita: la prima lungo una passerella con la caverna illuminata dalle luci artificiali; con la seconda ogni partecipante deve portare una lanterna, l’ultima è una vera e proprio escursione speleologica. Optiamo per la prima, anche perché la seconda parte dopo 1 ora e mezza. Torniamo a Keystone dove nel frattempo la maggior parte del motociclisti se ne sono andati (è domenica e probabilmente il giorno dopo dovranno andare a lavorare). Per cena decidiamo di cambiare e scegliamo uno dei Family restaurant.

 

13 agosto – Keystone/Cheyenne (322 mls)

Oggi iniziamo l’avvicinamento all’aeroporto di Denver. L’unica sosta la facciamo a Fort Laramie, dove alcuni edifici della vecchia postazione militare sono stati ricostruiti. Ci fermiamo a mangiare in un bar di Guernsey lungo la strada e arriviamo nel tardo pomeriggio a Cheyenne. Anche questa, come Salt Lake city, si è rivelata una città con poco da offrire. Probabilmente l’unico periodo in cui vale la pena di andarci è durante il Frontiers Days, il campionato mondiale di rodeo in cui sicuramente si ravviva un po’. Ceniamo al ristorante del Best Western e poi torniamo in camera a fare le valigie

14 agosto – Cheyenne/Denver Intl airport (107 mls)

Dedichiamo la mattinata a visitare un po’ la città (praticamente deserta). Vediamo il museo del west e il museo del Frontiers Days. Mangiamo una pizza e poi partiamo verso l’aeroporto. Arriviamo alla Dollar mentre il contachilometri segna esattamente 3.000 miglia percorse. Dopo una discussione con l’ufficio della Dollar (volevano addebitarci un costo non previsto) andiamo al terminal dove concludiamo il nostro viaggio scoprendo che il volo è in ritardo di un ora e mezza e questo comporterà una bella corsa per prendere la coincidenza a Londra.

Note: il viaggio ci ha permesso di vedere dei posti molto belli, ma a posteriori avremmo evitato le due città e cercato di andare un po' più a nord per vedere altri parchi (mi ispirava molto il Glacier Park). E' anche molto meno frequentato dagli italiani, infatti li abbiamo incontrati solo nello Yellowstone. La zona delle Black hills è la più deludente per come l’abbiamo fatta noi. Con i Grandi Parchi dell’ovest, la strada che si percorre da un posto all’altro è praticamente LA visita perché si attraversano i parchi. Quello che invece si dovrebbe fare in questa zona sono dei lunghi percorsi di trekking in mezzo alle colline, ma purtroppo lo abbiamo capito dopo. Diciamo che con tre settimane a disposizione, una fusione tra il viaggio in California e grandi parchi e la prima parte di questo sarebbe davvero il viaggio perfetto.

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