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UN TUFFO NEL PASSATO: VIAGGIARE NEGLI ANNI 90
05 febbraio 2018

Aderisco con piacere all'iniziativa del gruppo Facebook “Travel Blogger Italiane” gestito da Paola Bertoni, nata prendendo ispirazione dal racconto di Daniela nel suo blog “The DAZ Box“.

La proposta è stata quella di porre uno sguardo al passato e alle abitudini di viaggio di circa 25 anni fa.

 

Negli anni 90 ero una ragazzina che viaggiava solo con la famiglia, poco e verso mete vicine e poco varie. Il fatto poi di avere una casa di villeggiatura in montagna non rendeva molto frequente il cambio di meta. Sarà per questo che ho sviluppato questa wanderlust acuta???

Ma vediamo alcuni dei must del viaggio anni 90...

 

Tutti in viaggio... quando?

 

Non c'è nulla da fare, la vacanza con la V maiuscola negli anni 90 era quella estiva, rigorosamente nel mese di agosto, di 2-3 settimane, anche 4 per i più fortunati.

Per chi come me aveva la seconda casa era possibile una piccola fuga durante le feste di Natale o Pasqua, ma non era la norma.

Assolutamente straordinari i viaggi fuori periodo, i weekend in giro per capitali europee o le fughe verso mete esotiche durante l'inverno.

Parola d'ordine: automobile

 

Difficile per me pensare ai viaggi della mia infanzia senza associarvi un'automobile... soprattutto perché ho preso il primo aereo della mia vita nel 2002, alla bellezza di 22 anni.

Il viaggio per eccellenza era considerato quello in auto, verso il mare (principalmente quello italiano) o la montagna (come nel mio caso). E di conseguenza le code sulle autostrade erano una costante nei periodi di partenza.

Ovviamente le auto erano senza aria condizionata! Il ricordo di quelle estati calde a macinare km sulle strade è ancora ben vivo nella mia mente.

E anche l'odore delle nostre valigie di pelle, sinonimo di partenza. Quelle, insieme a borsoni e molto altro, tutto stipato nel bagagliaio fino ad occupare l'ultimo spazio disponibile, neanche stessimo andando dall'altra parte del mondo.

Tecnologia questa sconosciuta (1) - la cartina stradale

 

Niente navigatore satellitare, google maps o altro.

La scelta del percorso era affidata ad una cartina stradale e alla propria capacità di orientarsi su di essa. Nessuna indicazione del percorso più breve, nessuna deviazione segnalata per incidente, ci si affidava a buon senso ed esperienza, aprendo per bene la mappa sul cruscotto dell'auto e studiando il percorso.

E chissà come mai, la cartina ovviamente non si riusciva più a piega come prima, diventando grossa il triplo di com'era all'inizio...

Tecnologia questa sconosciuta (2) - intrattenimento

Niente tablet, videogiochi o simili. Era già tanto se c'era l'autoradio, in cui magari infilare una cassetta, rigorosamente da girare per passare da un lato all'altro.

In alternativa ricordo di aver usato fino allo sfinimento il mio walkmen, mangiacassettte portatile antenato dell'I-pod, che funzionava a pile e aveva quelle enormi cuffie da mettere in testa. Quante volte ho ascoltato in loop durante le vacanze Jovanotti, Gianluca Grignani e gli 883.

Per il resto in auto si parlava o si guardava semplicemente il paesaggio, aspettando con impazienza l'arrivo a destinazione. 

Click - le foto in viaggio

 

Le foto dei viaggi degli anni 90 erano rigorosamente su pellicola, prima dell'arrivo delle fotocamere digitali.

L'acquisto del rullino prima della partenza, la scelta degli scatti, pochi e ragionati, e lo sviluppo delle foto al ritorno... un momento vissuto con un po' di ansia. "Chissà come saranno venute?". E alla fine dell'estate era un rito l'incontro con gli amici per "vedere le foto delle vacanze ".

Indimenticabili anche quelle fotocamere usa e getta! Praticamente una scatola di cartone con dentro un rullino... quante ne ho usate da ragazzina!

Niente a che fare con le foto digitali di oggi: tante, che si possono subito vedere, modificare, rifare e condividere con il mondo sui social.

Mi raccomando... chiama!

 

Niente cellulari o smartphone, le chiamate venivano fatte dalla cabina telefonica a gettoni o con le più moderne schede telefoniche.

Le telefonate erano più brevi e diradate, giusto per far sapere che si era arrivati e per assicurare ogni tanto che andava tutto bene. Bastava sentire una sola persona della famiglia, che eventualmente avrebbe avvisato tutti gli altri. Quindi niente chiamare giornaliere, niente  messaggi WhatsApp a tutti, niente chat di gruppo.

Ti scrivo una cartolina

 

Anche se non si andava all'altro capo del mondo o se si tornava sempre nello stesso luogo di villeggiatura, era d'obbligo scrivere una cartolina alle persone care. La scelta delle immagini più belle, attaccare i francobolli e scegliere le parole più adatte.

Dai classici "Tanti saluti da..." alle frasi più originali, era sempre un'emozione trovare nella cassetta delle lettere una nuova cartolina indirizzata a me. Il segno che qualcuno mi aveva pensata, anche in vacanza.

Scrivere questo articolo mi ha fatto fare un tuffo nel passato, ricordando con tenerezza e nostalgia un periodo della mia vita ahimè ormai lontano. Per certi aspetti il modo di viaggiare di oggi è molto più semplice, pratico e le abitudini di viaggio del passato possono a volte far sorridere, ma le ricordo comunque con piacere.

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